UNA CASA SENZA LIBRI E' COME UN CORPO SENZA ANIMA. (CICERONE)

domenica 22 gennaio 2012

"Ode alla vita" di Martha Medeiros (e non di Pablo Neruda!!!)

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

2 commenti:

  1. Tra le cose che mi provocano un moto interiore di fastidio, certamente ci son le precisazioni, che soprattutto quando vengono lette risultano ancor più indigeste. Non di meno in questo caso è necessaria perché questa poesia, non è di Neruda, ma di Martha Medeiros.
    A presto.
    A.

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  2. Caro Andrea,
    ti ringrazio veramente di cuore che mi hai fatto notare questa cosa. Sono così dispiaciuta, ma non sapevo che fosse di Martha Medeiros. Ho letto delle fonti sbagliate che dicevano che fosse di Pablo Neruda e ci ho creduto. Per tutti quelli che non lo sapevano come me, chiariò questa cosa per evitare che in futuro non accadrà più una cosa orribile. Chiedo scusa a te, a tutti i miei lettori, ma soprattutto a Martha Medeiros. Ancora una volta ringrazio la vita nella quale si fanno gli errori. Gli errori sono i nostri miglior insegnanti. Spero che perdonerai questo mio madornale errore e continuerai a far parte del mio piccolo mondo di lettura.
    A presto
    Hope

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